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rivoluzione sessuale

La rivoluzione sessuale, nota anche come liberazione sessuale, è stato un movimento sociale avvenuto attorno al 1968 principalmente nei paesi occidentali, e modificò i tradizionali codici di comportamento relativi alla sessualità e alle relazioni interpersonali. Il cambiamento più importante avvenuto a seguito di questa rivoluzione, fu l'accettazione del sesso al di fuori delle tradizionali relazioni eterosessuali e monogame (il matrimonio). Oltre allo sdoganamento del sesso prematrimoniale, seguirono l'introduzione del divorzio, l'abrogazione del reato di adulterio e del delitto d'onore, la normalizzazione della contraccezione e della pillola, il cambiamento della morale riguardo la nudità pubblica, l'accettazione dell'omosessualità e della pornografia, la possibilità di forme alternative di sessualità e la legalizzazione dell'aborto.

La liberazione sessuale avvenne dopo che terminò la prima ondata femminista (1900-1960), e coincise con il periodo della seconda ondata femminista (1960-1980).

 

Storia

La rivoluzione sessuale interessò le società occidentali del secondo dopoguerra a cominciare dagli Stati Uniti negli anni cinquanta e s’introdusse in Italia negli anni sessanta. I soggetti promotori della rivoluzione sessuale furono i movimenti giovanili di protesta, che misero in discussioni istituzioni come la famiglia e valori considerati caduchi e “borghesi” quali la fedeltà, la verginità, il matrimonio, la presa di coscienza dei propri diritti ed esigenze delle nuove generazioni femminili, la cultura modernizzante e consumistica del neocapitalismo industriale negli anni del boom economico. Le scoperte mediche e scientifiche concernenti i metodi anticoncezionali e abortivi, posero le premesse per il controllo da parte delle donne della sfera della procreazione separandola dalla sessualità.

La possibilità di controllare le nascite consentì alla donna di recuperare una sessualità indipendente dalla riproduzione, di rapportarsi in modo nuovo col proprio partner, di scoprire e conoscere il proprio corpo, affermandosi sempre più come soggetto autonomo e indipendente. Gli anni del boom introdussero in Italia profondi cambiamenti strutturali sintetizzabili nel passaggio da una società ancora prevalentemente agricola ad una industriale. La struttura sociale e la società civile furono attraversate e ridefinite dalla migrazione interna, dall’inurbamento, dall’emergere di nuovi sistemi associativi e produttivi, dallo scadere dell’autorità parentale, dalla ristrutturazione della famiglia, che predisposero e favorirono mutamenti culturali, di valori e di costume a partire dalla nuova consuetudine alle vacanze, all’uso del tempo libero, al permissivismo che iniziò a diffondersi fagocitato da nuove forme di consumo.

La scolarizzazione di massa, l’inurbamento, la diffusione dei mezzi privati di trasporto offrivano ai giovani opportunità nuove per stare assieme, ricavarsi nuovi spazi di libertà che favorivano la possibilità di contatti amorosi, prima e fuori del matrimonio o dal fidanzamento ufficiale. Le città garantivano maggiore anonimato, veniva meno il controllo sociale esercitato sull’individuo dalla comunità.

Sul finire degli anni sessanta la frattura generazionale all’interno del mondo femminile era evidente. Le mamme erano state educate al disgusto e al timore per il sesso, sovente vissuto come uno spiacevole inconveniente del matrimonio, una necessità della procreazione; le figlie, invece, lo rivendicavano come un diritto, un piacere da pretendere e non più un dovere da rendere al partner.

Ci fu così un aumento degli incontri sessuali tra ragazzi/e non sposati. I tassi di matrimonio sono diminuiti in modo significativo in questo periodo di tempo. Il numero degli americani non sposati di età compresa tra venti e ventiquattro è più che raddoppiato, passando da 4,3 milioni nel 1960 a 9,7 milioni nel 1976. Uomini e donne cercarono di rimodellare il matrimonio instillando nuove istituzioni di matrimonio aperto, scambio di coniugi, oscillazioni e sesso in comune. Ci fu un'introduzione del sesso occasionale durante la rivoluzione a un livello mai visto o sentito prima. I paesi occidentali acquisirono una serie di costumi rilassati e con il contributo del sesso prematrimoniale in aumento e lo sviluppo del controllo delle nascite, il sesso occasionale tra adulti diventò molto popolare.

Una delle cause suggerite della rivoluzione sessuale degli anni '60 è stata lo sviluppo della pillola anticoncezionale nel 1960, che ha dato alle donne l'accesso a una contraccezione facile e affidabile. Un'altra probabile causa era un enorme miglioramento dell'ostetricia, riducendo notevolmente il numero di donne che morivano a causa della gravidanza, aumentando così l'aspettativa di vita delle donne. Una terza causa, più indiretta, era il gran numero di bambini nati negli anni '40 e nei primi anni '50 in tutto il mondo occidentale - la "generazione del baby boom" - molti dei quali sarebbero cresciuti in condizioni relativamente prospere e sicure, all'interno di una classe media in aumento e con un migliore accesso all'istruzione, e quindi crebbero con una visione più laica della vita e di conseguenza la chiesa (che da sempre nella storia fu contraria alla liberazione sessuale) perse potere. Con il loro peso demografico e il loro background sociale ed educativo sono arrivati a innescare un cambiamento nella società verso atteggiamenti più permissivi e informali.

In un articolo del 2004, Alan Petigny sostenne che una causa specifica non può essere selezionata per questo grande fenomeno. La scrittrice femminista francese Simone de Beauvoir era particolarmente convinta che l'emancipazione economica della donna contribuì notevolmente a innescare questo cambiamento.

 

Femminismo e liberazione sessuale

In concomitanza con la seconda ondata femminista iniziato all'inizio degli anni '60, il movimento per la liberazione sessuale fu aiutato dagli ideologi femministi nella loro reciproca lotta per sfidare le idee tradizionali riguardanti la sessualità femminile. L'eliminazione di un'indebita preferenza verso gli uomini e l'oggettivazione delle donne, nonché il sostegno al diritto delle donne di scegliere i loro partner sessuali liberi da interferenze o giudizi esterni ("amore libero") erano i principali obiettivi associati alla liberazione sessuale dal punto di vista femminista. Molti pensatori femministi credevano che l'affermazione del primato della sessualità sarebbe stato un passo importante verso il fine ultimo della liberazione delle donne, così le donne furono esortate ad avviare avances sessuali, a fare sesso e a sperimentare nuove forme di sessualità.

I movimenti femministi hanno insistito e si sono concentrati sulla liberazione sessuale per le donne, sia fisica che psicologica. La ricerca del piacere sessuale per le donne era l'ideologia centrale, che in seguito avrebbe posto le basi per l'indipendenza femminile. Sebbene la questione della libertà sessuale debba essere o meno una questione femminista è attualmente un argomento molto discusso, il movimento femminista si definisce apertamente come il movimento per l'uguaglianza sociale, politica ed economica di uomini e donne. Anche i movimenti femministi sono coinvolti nella lotta contro il sessismo e poiché il sessismo è una nozione molto complessa, è difficile separare la critica femminista verso il sessismo dalla sua lotta contro l'oppressione sessuale.

Il movimento femminista ha contribuito a creare un clima sociale in cui le donne e le persone LGBT sono sempre più in grado di essere aperte e libere con la loro sessualità, che ha permesso una liberazione spirituale di sorta per quanto riguarda il sesso. Piuttosto che essere costretti a nascondere i loro desideri o sentimenti sessuali, le donne e le persone LGBT hanno guadagnato e continuano a guadagnare maggiore libertà in questo settore. Di conseguenza, il movimento femminista per porre fine all'oppressione sessuale ha contribuito e continua a contribuire direttamente al movimento di liberazione sessuale.

Agli inizi degli anni '90, negli Stati Uniti scoppiarono le guerre sessuali femministe (detta anche terza ondata femminista) dovute a disaccordi sulla prostituzione e sul BDSM, oltre che sulla sessualità in generale.

Virginia Johnson

Virginia E. Johnson (Springfield11 febbraio 1925 – St. Louis24 luglio 2013) è stata una sessuologa statunitense.

Mary Virginia Eshelman (prenderà in seguito il cognome "Johnson" dal terzo marito, George), sessuologa statunitense, conosciuta anche con il diminutivo di "Gini", è stata membro del team “Masters and Johnson”. Insieme a William Masters fu pioniera nella ricerca sulla natura della risposta sessuale umana e delle diagnosi e il trattamento delle disfunzioni e dei disordini sessuali dal 1957 agli anni ’90.

 

«A posteriori, mi domando: Accidenti... davvero mi sono persa così tanto? Eppure sono stata il prodotto dei miei tempi, di un'era. Nella mia mente, come donna, quello era il massimo, e mi ci sono persa un bel po'.»

(Virginia Johnson)

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Contributi scientifici

Virginia Johnson iniziò a collaborare con William Masters nel 1957, quando venne assunta come assistente di ricerca nel "Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia" alla Washington University di St. Louis, dopo che il dottor Masters le impartì alcune nozioni basilari riguardanti la terminologiaterapia e ricerca medica.

Lo studio di William Masters si proponeva di interpretare la reazione fisiologica e psicologica allo stimolo sessuale, con l’obiettivo di rispondere a due quesiti: quali reazioni fisiche si producono nell’uomo e nella donna quando rispondono a un efficace stimolo sessuale? Perché gli uomini e le donne si comportano in un certo modo, rispondendo a un adeguato stimolo sessuale?

William Masters forniva l’impianto teorico e intellettuale allo studio, mentre Virginia Johnson vi apportava il buonsenso e le capacità relazionali necessarie affinché avesse successo.

Insieme svilupparono strumenti simili al poligrafo, che furono progettati per misurare l’eccitazione sessuale negli esseri umani. Adoperandoli, osservarono e misurarono più di 10.000 volontari, uomini e donne, per la maggior parte coppie sposate, che acconsentirono a masturbarsi o ad intraprendere l’attività sessuale con i propri partner o altri partecipanti in laboratorio. Ogni volontario era collegato ad un elettroencefalografo, mentre su un piccolo schermo venivano proiettati gli impulsi cerebrali e quelli dei sensori applicati al petto per monitorare anche il cuore.

Dall’osservazione di questi soggetti, identificarono i 4 stadi della risposta sessuale, poi meglio conosciuti come ‘’il ciclo della risposta sessuale umana’’. Il ciclo consiste nella fase di eccitazione, la fase di plateau, la fase dell’orgasmo e la fase di risoluzione. Si occuparono, in particolare, delle disfunzioni sia maschili che femminili, tra cui impotenza primaria e secondariafrigidità ed altre patologie, sostenendo che gran parte di esse insorgono per ragioni psicologiche, spesso traumi. Alcuni trattamenti, di matrice psicoterapeutica, duravano due sole settimane, registrando un discreto successo tra i casi trattati.

Nel tempo il ruolo di Virginia Johnson, da quello di semplice assistente, diventò sempre più rilevante. William Masters le impartì fin da subito tutte le nozioni di anatomiafisiologia e biologia necessarie per acquisire dimestichezza con il settore. Se inizialmente si limitava a riformulare le opinioni del medico, ben presto cominciò ad esprimere le proprie idee. Era suo compito gestire le volontarie. Si dedicò alla ricerca di donne istruite, tra i venti e i quarant’anni, disposte a partecipare allo studio sulla fisiologia del sesso, in cambio di un compenso simbolico e della promessa dell’anonimato. Diceva loro che si trattava di infrangere una barriera culturale, di mettersi al servizio della scienza, di arrecare beneficio a tutto il genere femminile. Grazie alla sua naturalezza, la Johnson riusciva a mettere le volontarie a loro agio.

Furono i primi ad osservare e fotografare l'interno dell'apparato genitale femminile durante l'attività sessuale. Le loro ricerche dimostrarono, superando ciò che aveva asserito Freud, che non ci fosse distinzione tra orgasmo vaginale e clitorideo, in quanto la risposta fisiologica era la stessa. Dimostrarono inoltre che l'uomo attraversa un periodo refrattariodopo l'orgasmo e che tale periodo non è presente nelle donne, le quali possono avere orgasmi multipli. Attraverso un apparecchio approntato da Masters con la collaborazione di un esperto di apparecchi fotografici miniaturizzati, un lungo cilindro di plexiglass collegato a una piccola cinepresa, denominato "Ulisse", Masters e Johnson scoprirono che le ghiandole di Bartolino non erano responsabili della lubrificazione femminile durante il rapporto sessuale, come si era creduto fino ad allora; in realtà, si tratta di una reazione diffusa lungo tutte le pareti vaginali, quindi un meccanismo molto simile alla normale sudorazione dopo sforzi fisici. Hanno, inoltre, sfatato il mito del non poter avere rapporti sessuali durante la gravidanza e quello della fine dell'attività sessuale, che puo' invece essere ancora presente anche in età avanzata in determinate circostanze di buona salute ed interesse verso il partner.

Al convengo della "American Medical Association" del 1976, lo psichiatra freudiano Ralph R. Greenson, riguardo ai risultati ottenuti dai due ricercatori, riconobbe loro il merito di aver completamente rivoluzionato il modo di pensare delle giovani donne americane che a livello sessuale stavano diventando più assertive ed esigenti, mentre gli uomini più indifferenti e letargici. Avendo conquistato una maggiore libertà, le donne pretendevano di avere la stessa soddisfazione sessuale degli uomini, oltre agli stessi diritti.

Masters e Johnson, inizialmente, ebbero rapporti sessuali per essere essi stessi l'oggetto delle proprie ricerche, ma successivamente divennero amanti e infine coniugi. Tutti i risultati delle loro ricerche sono contenuti nei libri che hanno scritto insieme nel corso degli anni in cui hanno collaborato.

Nel 1964, Masters e Johnson lasciarono la Washington University perché diventato un luogo inadatto alle nuove ricerche nell’ambito della sessuologia nei termini in cui la proponevano. Fondarono una loro clinica con pochi collaboratori di fiducia, al 4910 di "Forest Park Boulevard" di St. Louis, ‘’The Reproductive Biology Research Foundation". Qui, libero dalle ingerenze dell’università, Masters promosse Virginia Johnson da assistente a ricercatrice associata. Il centro fu poi rinominato ‘’The Masters and Johnson Institute’’ nel 1973.

Nell’aprile del 2009, Thomas Maier riportò nel ‘’Scientific American’’ che Virginia Johnson ebbe delle riserve nei confronti del programma per convertire gli omosessuali in eterosessuali, un programma che fu portato avanti dal 1968 al 1977, che aveva come principio l'idea che l'omosessualità fosse un comportamento acquisito nel corso della vita e quindi correggibile.

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