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movimenti e progetti

Non una di meno

​Non una di meno, nata nel 2016, è la piattaforma italiana nata dal basso che riunisce diverse realtà femminili composte da differenti biografie ed età. In comune queste persone hanno l'obiettivo di riaffermare una nuova stagione di consapevolezza. Già nello slogan è contenuta la filosofia globale di quello che si può chiamare un rinascente movimento femminista internazionale.

Il percorso è chiaro: occupare e riprendere lo spazio che spetta alle donne nella società come la decisione sul corpo, sulla vita, sul lavoro. Lottare contro la violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omofobia e transfobia. E come ha scritto Lea Melandri (femminista storica, giornalista e fondatrice della Libera Università delle Donne) è un gruppo sempre più folto formato da "ragazze insperate, giunte all'improvviso" che in Italia "tornano all'impegno, più concrete di quanto fossimo negli anni 70".

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Unione Donne Italiane
L'Unione donne italiane (UDI) è un'associazione femminile di promozione politica, sociale e culturale, senza fini di lucro.

Nel novembre 1943 erano stati creati i Gruppi di difesa della donna diretti da Caterina Picolato, riunendo gruppi femminili e donne antifasciste d'ogni provenienza con lo scopo di mobilitare le masse femminili contro l'occupazione. Dai gruppi escono le prime gappiste, le partigiane combattenti, le staffette tanto che i Gruppi vennero ufficialmente riconosciute con il loro organo clandestino Noi donne dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.

Nel settembre 1944 a Napoli vengono poste le basi dell'UDI e anch'essa partecipa alla Resistenza.

L'Unione Donne Italiane si costituisce ufficialmente il 1º ottobre 1945 e pochi giorni dopo il primo congresso nazionale vede i Gruppi di difesa della donna confluire nell'unione per creare la più grande organizzazione per l'emancipazione femminile italiana. In essa confluisce anche l'Associazione femminile per la pace e la libertà fondata dalla partigiana e scultrice Velia Sacchi,

Nel 1947 al termine del secondo congresso viene eletta presidente dell'UDI la comunista Maria Maddalena Rossi. Segretaria generale è la socialista Rosa Fazio Longo. Nel comitato d'onore vengono chiamate Rita MontagnanaAda Gobetti e Lina Merlin, più tardi prima firmataria della norma che mise fuori legge le case di tolleranza. A dirigere l'UDI viene creato anche un direttivo di 27 donne e un consiglio nazionale di 150 componenti.

Nel 1982 viene avviata una rifondazione che porta a una nuova struttura. Di fatto viene accantonato un modello organizzativo che in quel momento contava su 210mila donne comuniste, socialiste e cattoliche distribuite in 84 sedi provinciali e 1235 circoli.

Il 29 novembre 2003 assume il nome di Unione Donne in Italia.

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Se non ora quando?
Nella primavera del 2009, quando il movimento femminista italiano, uno dei più importanti del mondo occidentale, ha ormai scarsa visibilità sociale e politica, un gruppo di donne, con il nome Di Nuovo, decide di uscire allo scoperto con un documento intitolato La nostra libertà. La prima apparizione è il 2 luglio 2010 a Roma, dove viene rappresentato il testo teatrale di Cristina Comencini Libere, che raccoglie le idee del gruppo. Poi, il 13 febbraio 2011, nel pieno dello scandalo del berlusconismo, un milione di persone, donne e uomini, riempie piazza del Popolo a Roma e, da lì, vie e piazze in Italia e nel mondo. Sulla spinta del successo della manifestazione, un centinaio di gruppi si costituisce spontaneamente sotto il nome: Se Non Ora Quando?. Nasce così un movimento che raggruppa attorno a sé intellettuali, scienziate, scrittrici e registe, per discutere le questioni più importanti dell’universo femminile.
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Ni putes ni soumises

Ni putes ni soumises (in italiano Né puttane né sottomesse) è un movimento di difesa delle donne delle banlieue francesi nato nel 2003. Lo scopo del movimento, di natura popolare, è di opporsi al crescente clima di violenza verso le donne in questi quartieri periferici, secondo i valori di laicità e uguaglianza. Una fondatrice è Sihem Habchi. Dal 2006 è rappresentato anche in Belgio.

Il movimento è scaturito da una manifestazione ideata da una decina di donne che, nel febbraio 2003, decisero di attraversare la Francia indossando una maglietta con la scritta «ni putes ni soumises», al fine di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'efferato omicidio di Sohane Benziane, una diciassettenne di origine magrebina che in seguito a un diverbio con il fidanzato, Jamal Derrar, 19 anni, era stata da questi bruciata viva, nell'androne di un palazzo a Vitry-sur-Seine, il 4 ottobre 2002. La protesta ebbe un grande seguito e, dopo un mese di marcia attraverso 23 città della Francia, terminò a Parigi con la sfilata di oltre diecimila partecipanti.

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Osez le feminisme!

Nel 2009, la riforma di Bachelot ha previsto tagli di bilancio per la pianificazione familiare: una petizione su larga scala ha mobilitato ampiamente la società francese. Come risultato di questa mobilitazione, una decina di giovani donne si incontrano il 5 aprile 2009 in una di esse e decidono di creare una nuova organizzazione femminista.

Scelgono il nome "Osez le femminisme!", L'associazione cresce molto rapidamente, lancia un giornale e organizza un primo weekend di formazione a Lione.

Innova nei metodi di attivismo lanciando una grande campagna "Contro lo stupro - La vergogna deve cambiare campo"  con la CFCV e Mix-Cité basata su una forte mobilitazione web e social network.

Oggi, Osez le femminisme! è in più di 26 filiali sparse in Francia e all'estero, oltre 100.000 persone sulla sua pagina Facebook e una presenza regolare dei media che le consente di diffondere le sue idee e avere un impatto sulle istituzioni e sul pubblico. opinione pubblica.

Osez le femminisme! è membro dell'Alto Consiglio per la parità tra donne e uomini dal 9 gennaio 2013, rappresentato da Magali de Haas (2013-2016) e Claire Serre-Combe dal 29 gennaio 2016 . L'associazione è anche membro del consiglio di amministrazione del coordinamento francese per la Lobby europea delle donne (CLEF) e membro dell'ufficio di presidenza del Centro Hubertine Auclert.

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Nous Toutes
Le planning familial, le Groupe F, Osez le féminisme!, le Mouvement du Nid, la Maison des femmes de Montreuil..queste associazioni diedero vita al collettivo Nous Toutes.
Lo stupro, la violenza domestica, le molestie ... il motto del collettivo francese è chiaro: fermare la violenza sessuale e di genere. 
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Dolle Mina
Dolle Mina era un gruppo e un movimento femminista olandese emerso dalla gioventù socialista nel 1969 e fece una campagna per la parità di diritti tra uomini e donne tra il 1970 e il 1978.
FEMEN
FEMEN (in ucraino: Фемен) è un movimento femminista di protesta ucraino fondato a Kiev nel 2008 da Oksana Šačhkoanna Hutsol e Inna Shevchenko. Il movimento è divenuto famoso, su scala internazionale, per la pratica di manifestare mostrando i seni contro il turismo sessuale, il sessismo e altre discriminazioni sociali. Alcuni degli obiettivi del movimento sono "incrementare le capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina", "ricostruire l'immagine dell'Ucraina, un paese dalle ricche opportunità per le donne" e modificare l'immagine dell'Ucraina all'estero da meta di turismo sessuale a paese democratico. Già dall'aprile del 2010 il movimento stava considerando l'idea di diventare un partito politico per partecipare attivamente alle elezioni parlamentari.
La colonna portante del movimento è costituita da studentesse universitarie tra 18 e 20 anni. A Kiev ci sono circa 300 manifestanti attive che fanno capo al movimento.
 Non mancano attivisti maschi interessati alla causa e attivamente coinvolti. Alle manifestazioni del gruppo partecipano circa 20 volontarie in topless insieme agli oltre 300 membri completamente vestiti. La maggior parte delle manifestazioni si è svolta a Kiev, ma FEMEN ha anche manifestato in altre città quali OdessaDniproZaporižžjaMilanoLondraViennaIstanbulParigiRoma e Venezia.
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Pussy Riot
Pussy Riot è un collettivo punk rock russofemminista e politicamente impegnato che agisce sotto rigoroso anonimato: le attiviste organizzano proteste per lo sviluppo della democrazia, in Russia e altre parti del mondo.

Pussy è un termine equivocabile in quanto significa micio e, nello slang anglosassone, indica vagina; riot significa rivolta.

Il gruppo è attivo a Mosca, città che fa da palcoscenico ai flash mob e alle performance estemporanee attraverso cui il gruppo dà espressione a provocazioni politiche nei confronti dell'establishment politico e istituzionale, su argomenti come la situazione delle donne in Russia o, più recentemente, contro la campagna e i brogli elettorali, con cui, nel 2012, il primo ministro Vladimir Putin si sarebbe assicurato la rielezione per la seconda volta a presidente della Federazione Russa.

Il loro abbigliamento usuale è costituito da indumenti vivacemente colorati, costituiti da vestiti leggeri su collant, indossati anche quando il freddo è più intenso. Inoltre, per nascondere la propria identità, utilizzano un travestimento ottenuto calandosi sul viso dei balaclava colorati, indossati sia nelle esibizioni, sia nelle interviste, durante le quali dissimulano la loro identità utilizzando sempre degli pseudonimi al fine di tutelare l'anonimato. Il collettivo è composto da circa 10 artiste, oltre a una quindicina di persone che si occupano degli aspetti tecnici della ripresa e dell'editing dei video, ai fini della loro pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet.

Tra le principali fonti di ispirazione, il collettivo cita gruppi musicali punk rock e Oi!, come Angelic UpstartsCockney RejectsSham 69Era e The 4-Skins.

Altre fonti dichiarate di ispirazione sono le band punk rock statunitensi Bikini Kill e il movimento Riot grrrl degli anni novanta. A tale proposito hanno affermato: «quello che abbiamo in comune è l'impudenza, testi che si nutrono di argomenti politici, l'importanza delle tematiche femministe e un'immagine femminile non-standard».

Prima e dopo l'arresto di alcune attiviste, il collettivo ha organizzato proteste clamorose, che hanno raggiunto fama mondiale grazie ai mezzi di comunicazione di massa: specialmente Internet, poiché i video sono fatti e immessi in rete dallo stesso movimento femminista.

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SlutWalk

Il termine SlutWalk identifica una serie di manifestazioni contro la violenza sulle donne, iniziate il 3 aprile 2011 a Toronto e divenute un movimento di protesta in tutto il mondo.

I partecipanti protestano contro la spiegazione o giustificazione dello stupro in riferimento a qualsiasi idea sulle apparenze di una donna. Il movimento è nato quando l'agente Michael Sanguinetti, un ufficiale della polizia di Toronto, ha suggerito che per essere al sicuro, "le donne dovrebbero evitare di vestirsi come troie," parola quest'ultima che in inglese si traduce 'slut'.

Il 24 gennaio 2011 l'agente Michael Sanguinetti è stato relatore in un incontro sulla sicurezza nell'Università di York, dove si è discusso il problema della prevenzione della criminalità. In questo contesto ha commentato: "le donne dovrebbero evitare di vestirsi come troie per non cadere vittime di violenze." Le co-fondatrici Sonya Barnett e Heather Jarvis hanno quindi deciso di utilizzare il termine slut (troia) nella loro manifestazione. Il sito web dell'organizzazione osserva che mentre, storicamente, il termine "slut" è stato utilizzato prevalentemente con accezione negativa, lo scopo delle SlutWalks è quello di riscattare il nome dai suoi aspetti negativi. Le organizzatrici scrivono anche che le donne sono "stanche di essere oppresse nella colpevolizzazione dei comportamenti cosiddetti 'da troia' o di essere giudicate per la nostra sessualità, col risultato di sentirci perpetuamente a rischio." E continuano: "Essere in controllo della nostra vita sessuale non dovrebbe significare che ci stiamo rendendo disponibili alla violenza, a prescindere se si partecipi al sesso per piacere o per lavoro" Sanguinetti in seguito ha chiesto scusa per la sua dichiarazione.

Il 3 aprile 2011, oltre 3.000 persone si sono riunite a Queen's Park (Toronto). La giornata è iniziata con degli interventi, poi la folla ha proceduto fino alla Questura di Toronto. Nonostante il sito web del gruppo avesse esortato le donne a indossare i vestiti di ogni giorno (a simboleggiare le donne comuni che vengono assalite sessualmente durante le attività quotidiane), molte donne si sono presentate in abiti provocanti. L'idea si è diffusa per le principali città degli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Africa, Asia ed Europa. Gli eventi hanno visto la partecipazione di migliaia di donne e uomini e hanno ricevuto l'attenzione dei media internazionali.

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Guerilla Girls
Guerrilla Girls è un gruppo anonimo di artiste femministe dedite alla lotta contro il sessismo e il razzismo nel mondo dell’arte. Il gruppo si è formato a New York nel 1985 con la missione di mettere a fuoco la disuguaglianza razziale e di genere all’interno della comunità artistica. Il gruppo impiega inceppamenti culturali sotto forma di poster, libri, cartelloni pubblicitari e apparizioni pubbliche per esporre la discriminazione e la corruzione. Per rimanere anonimi, i membri indossano maschere di gorilla e usano pseudonimi che si riferiscono a donne artiste decedute. Secondo GG1, le identità sono nascoste perché le questioni contano più delle identità individuali, “Alla fine, volevamo che l’attenzione fosse focalizzata sulle questioni, non sulle nostre personalità o sul nostro lavoro”

 

Nella primavera del 1985, sette donne lanciarono le Guerrilla Girls in risposta alla mostra del Museo di Arte Moderna “An international Survey of Recent Paiting and Sculpture” il cui elenco di 165 artisti comprendeva solo 13 donne. Inaugurato l’edificio recentemente rinnovato e ampliato del MoMA, questa mostra ha affermato di esaminare i più importanti pittori e scultori dell’epoca di 17 paesi. La proporzione di artisti di colore era ancora più piccola, nessuno di loro erano donne.

Poco dopo, il gruppo ha ampliato la propria attenzione per includere il razzismo nel mondo dell’arte, attirando artisti di colore. Hanno anche intrapreso progetti al di fuori di New York, consentendo loro di affrontare il sessismo e il razzismo a livello nazionale e internazionale. Sebbene il mondo dell’arte sia rimasto l’obiettivo principale del gruppo, l’agenda delle Guerrilla Girls ha incluso il sessismo e il razzismo nei film, nella cultura di massa e popolare e nella politica. Il tokenismo rappresenta anche una delle principali preoccupazioni del gruppo.

Durante i suoi primi anni, le Guerrilla Girls condussero “weenie counts”, in modo che i membri visitassero istituzioni come il Metropolitan Museum of Art e contassero i rapport tra soggetti maschili e femminili delle opera d’arte. I dati raccolti dalle collezioni pubbliche del Met nel 1989 mostravano che le donne artisti avevano prodotto meno del 5% delle opere nel dipartimento di arte moderna, mentre l’85% dei nudi erano donne.

Le Guerrilla Girls hanno anche lavorato a stretto contatto con gli artisti, incoraggiandogli a parlare con quelli all’interno della comunità per colmare il divario di genere in cui lo percepivano.

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National Organization for Women (NOW) 

La National Organization for Women (NOW) è la più grande organizzazione femminista negli Stati Uniti.

È stata fondata nel 1966 ed ha una adesione di 500.000 soci sostenitori e 5.987 capitoli in 47 Stati (le eccezioni sono HawaiiDakota del Nord e Maine) e il Distretto di Columbia.

L'associazione si concentra sui diritti delle donnefemminismorazzismo/antirazzismoomofobia, Diritti LGBT e di diritti sulla riproduzione.

Ci sono state molte influenze che hanno contribuito all'ascesa di NOW. Tali influenze includevano la Commissione del Presidente sullo status delle donne, il libro di Betty Friedan The Feminine Mystique, e il passaggio e la mancanza di applicazione del Civil Right Act del 1964 (che proibiva la discriminazione sessuale).

La Commissione del Presidente sullo status delle donne è stata istituita nel 1961 da John F. Kennedy, nella speranza di fornire una soluzione alla discriminazione femminile nell'istruzione, nella forza lavoro e nella sicurezza sociale. Kennedy nominò Eleanor Roosevelt a capo dell'organizzazione. L'obiettivo dell'azione era di compromettere coloro che desideravano promuovere i diritti delle donne nella forza lavoro (come i sostenitori dell'emendamento sulla parità dei diritti ) e coloro che sostenevano l'importanza / ruolo delle donne che devono essere preservati (come i gruppi di lavoro organizzati). La commissione era in grado di risolvere la tensione tra le parti opposte.

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Women's March
La Women’s March on Washington (marcia delle donne su Washington) è stata una manifestazione politica tenutasi il 21 gennaio 2017 a Washington D.C., unitamente a centinaia di altri cortei e dimostrazioni nel resto degli Stati Uniti e del mondo, per promuovere i diritti delle donne, la riforma dell'immigrazione, i diritti LGBT e per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla disparità razziale, sui problemi dei lavoratori e sulla questione ambientale.
La missione di Women's March è di sfruttare il potere politico di diverse donne e delle loro comunità per creare un cambiamento sociale trasformativo. La Marcia delle donne è un movimento a guida femminile che fornisce istruzione intersezionale su una vasta gamma di questioni e crea punti di ingresso per le nuove attiviste e organizzatori di base per impegnarsi nelle loro comunità locali attraverso corsi di formazione, programmi di sensibilizzazione ed eventi. La Marcia delle donne si impegna a smantellare i sistemi di oppressione attraverso la resistenza non violenta e la costruzione di strutture inclusive guidate da autodeterminazione, dignità e rispetto.
 
"Crediamo che i diritti delle donne siano diritti umani e che i diritti umani siano diritti delle donne. Dobbiamo creare una società in cui le donne - tra cui donne di colore, donne indigene, donne povere, donne immigrate, donne disabili, donne ebree, donne musulmane, donne latine, donne asiatiche e delle isole del Pacifico, donne lesbiche, bi, queer e trans - siano libere e in grado di prendersi cura e nutrire le loro famiglie, comunque siano formate, in ambienti sani e sicuri, liberi da impedimenti strutturali."
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Movimento Me Too
Il movimento Me Too (noto anche come #MeToo, con varie versioni in diverse lingue) è un movimento femminista contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne diffuso in modo virale a partire dall'ottobre 2017 come hashtag usato sui social media per dimostrare la diffusione di violenza sessuale e molestia soprattutto sul posto di lavoro subita dalle donne. Ebbe inizio dopo le rivelazioni pubbliche di accuse di violenza sessuale contro Harvey Weinstein.

 

L'espressione Me Too è stata usata per la prima volta in questo contesto da Tarana Burke nel 2006 ed è stata resa popolare da Alyssa Milano quando ha incoraggiato le donne a usarla su Twitter per "dare alle persone un'idea della grandezza del problema". In pratica si invitavano gli utenti dei social network a raccontare la loro esperienza di molestia o violenza sul lavoro, accompagnando il racconto dall'hashtag #metoo.

L'espressione "Me too" è stata twittata da Alyssa Milano il 15 ottobre 2017. Alla fine della giornata era stata già rilanciata 200.000 volte e 500.000 volte dopo due giorni. Su Facebook, l'hashtag è stato usato da più di 4,7 milioni di persone in 12 milioni di post nelle prime 24 ore Facebook riportò che solo negli Stati Uniti, il 45% degli utenti aveva almeno un contatto che aveva scritto un post contenente l'hashtag.

In italia invece si chiamò #quellavoltache e l'iniziativa venne lanciata dalla scrittrice Giulia Blasi.

L'hashtag è stato tradotto in diverse lingue: per esempio in francese l'hashtag equivalente a #metoo fu #moiaussi in Canada e #balancetonporc in Francia. Altre iniziative simili si erano avute già in passato nel 2016 nell'America latina e Spagna, quando un collettivo femminista brasiliano "Think Olga" aveva invitato le donne a postare sui social la loro primissima esperienza di molestia sessuale, contrassegnandola con l'hashtag #PrimeiroAssédio ("primo assalto"): l'hashtag aveva raccolto circa 80 milioni di tweet.

Diverse celebrità del mondo dello spettacolo hanno dichiarato molte storie di violenza sessuale come Asia ArgentoGwyneth PaltrowAshley JuddJennifer LawrenceUma ThurmanGina Lollobrigida.

Il movimento è stato premiato dal Time come "persona dell'anno" nell'ambito della classifica che fa il giornale statunitense.

Sull'onda del movimento, in occasione della festa della donna dell'8 marzo 2018 è stata organizzata una giornata di sciopero e di manifestazioni che ha coinvolto più di 70 paesi nel mondo.

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