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attiviste

Lea Melandri

Lea Melandri, all'anagrafe Maddalena Melandri (Fusignano4 marzo 1941), è una saggistascrittrice e giornalista italiana.

Dagli anni settanta è stata un'attivista del movimento delle donne italiano, scrivendo vari libri al riguardo. Ha diretto dal 1971 al 1978 la rivista L'erba Voglio e dal 1987 al 1997 la rivista Lapis. Percorsi della riflessione femminile. Ha anche curato rubriche di vari giornali italiani, come Ragazza In, Noi donne, Extra Manifesto, L'Unità e Carnet.

Dal 2011 è presidente della Libera Università delle Donne di Milano, di cui è stata promotrice fin dal 1987.

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Tina Anselmi
Tina Anselmi (Castelfranco Veneto25 marzo 1927 – Castelfranco Veneto1º novembre 2016) è stata una politica e partigiana italiana. È stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana.
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Anna Kuliscioff
Anna Kulišëva, italianizzato in Anna Kuliscioff (in russo Анна Кулишёва, pseudonimo di Anna Moiseevna Rozenštejn, in russo Анна Моисeeвна Розенштейн; Sinferopoli9 gennaio 1855 – Milano29 dicembre 1925), è stata una rivoluzionariamedico e giornalista russa naturalizzata italiana, tra le fondatrici e principali esponenti del Partito Socialista Italiano.
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Lorella Zanardo
Lorella Zanardo (Milano16 dicembre 1957) è un'attivista e scrittrice italiana femminista.

 

Nata a Milano, nel 1984 si laurea in letterature straniere all'Università cattolica di Milano e specializza poi in direzione aziendale presso l'Università Bocconi l'anno successivo. Tra il 1985 e il 1990 è brand manager per Unilever. Cinque anni dopo, dal 1995 al 1997, è direttrice marketing per il Gruppo Mondadori. Tra i 35 e 40 anni diventa madre di Alessandro ed Eleonora, lascia quindi la carriera di manager e si occupa di comunicazione, con particolare attenzione alla rappresentazione della donna nella televisione.

Nel 2009 è coautrice, con Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi, del video documentario Il corpo delle donne, sul tema della mercificazione del corpo femminile da parte dei mezzi di comunicazione italiani, attraverso una selezione di immagini da programmi televisivi. Il video, pubblicato nella primavera del 2009 sul suo blog e visto online da allora da più di quattro milioni di persone, è trasmesso in maggio da una puntata de L'Infedele su LA7 e poi menzionato da altre testate. Nello stesso anno è proiettato al festival del documentario sociale “Italiani brava gente” di Firenze, e presso il comitato pari opportunità del Ministero dello sviluppo economico. Questo ruolo di coautrice le porta recensioni favorevoli.

Nel 2010 pubblica un omonimo libro, edito da Feltrinelli, nel quale racconta la nascita del documentario e commenta le reazioni scaturite. Da settembre scrive un blog per il sito de Il Fatto Quotidiano. Nel 2011 presenta il documentario al Parlamento europeo. L'associazione The International Alliance for Women (TIAW) la segnala tra le donne che in quell'anno hanno contribuito a promuovere l'emancipazione imprenditoriale femminile nel proprio paese. È membro del Consiglio Direttivo di WIN Conference, associazione di donne professioniste. Nel 2011 dà avvio con Cesare Cantù, al programma di educazione Nuovi Occhi per i media dedicato a studenti e insegnanti. Del progetto è invitata a parlare in diverse università nel mondo. Il libro Senza chiedere il Permesso e l'omonimo video, sono dedicati al racconto di questa esperienza nelle scuole.

Il 4 dicembre 2013 è invitata al Ministero dell'Istruzione a presentare, nell'ambito della giornata europea dei Genitori e della scuola, il progetto didattico Nuovi Occhi per i Media. Nell'autunno 2013 la trasmissione Nautilus in onda su Rai Scuola la ospita per discutere della rappresentazione delle donne, del rapporto dei media con i giovani e del suo corso di formazione Nuovi Occhi per i Media. È membro della Commissione sulle garanzie, i diritti e i doveri per l'uso di internet, alla Camera dei deputati. Nel 2014 è stata candidata alle elezioni europee nella Lista Tsipras nella circoscrizione Italia centrale.

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Laurie Penny
Laurie Penny (Londra28 settembre 1986) è una giornalista e scrittrice britannica. I suoi articoli vengono pubblicati dal The Guardian e New Statesman. È autrice di tre libri che trattano di femminismo.

Il blog di Laurie Penny, "Penny Red", venne lanciato nel 2007 ed è stato candidato all'Orwell Prize nel 2010. Penny ha cominciato la carriera giornalistica all'interno della rivista One in Four. In seguito ha svolto il lavoro di reporter e di vice direttore per la rivista di sinistra Morning Star. Ha comunque prodotto numerosi articoli poi pubblicati su altre testate.

Attualmente tiene una rubrica sul New Statesman e collabora regolarmente con il The Guardian. Nell'aprile del 2011, Penny ha presentato su Channel 4 il programma Cashing In on Degrees. Oltre a ciò, è apparsa all'interno dei programmi satirici di attualità 10 O'Clock Live e Two's Newsnight. Il 26 marzo 2012, Penny ha annunciato via Twitter di voler lasciare il New Statesman per un posto a tempo pieno all'Independent. Nell'ottobre del 2012 ha però deciso di lasciare l'Independent e tornare al New Statesman come giornalista.

Penny è autrice del testo 'Meat Market: Female Flesh Under Capitalism (Zero Books, 2011) e Penny Red: Notes from a New Age of Dissent (Pluto Press, 2011). In entrambe le pubblicazioni la Penny attacca il femminismo liberale che identifica nella "scelta del consumatore" offerto dal capitalismo come mezzo per l'emancipazione femminile. Penny Red è stata candidata finale al premio Bread and Roses Award per le pubblicazioni radicali nel 2012. Unspeakable Things: Sex, Lies and Revolution è stato pubblicato nel 2014. In questo suo terzo libro, Penny ha rivelato di essere bisessuale. Poco tempo dopo quella dichiarazione, la Penny ha affermato di essere stata oggetto “di una marea di vili attacchi sessisti e antisemiti” in relazione al contenuto del libro.

Penny è stata selezionata da Truthdig come "Truthdigger della settimana" per la settimana del 25 novembre 2011. Nel 2012, la rivista Tatler l'ha descritta come "una delle 100 persone che contano". Nell'ottobre 2012, The Daily Telegraph ha inserito Penny nell'elenco delle 55 persone inglesi di sinistra più influenti, riconoscendola come "senza dubbio la voce femminile più controversa del panorama della sinistra radicale”. Nell'aprile 2014, Penny è stata selezionata per entrare a far parte della Fondazione Nieman.

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Jessica Valenti
Jessica Valenti (New York1º novembre 1978) è una scrittrice statunitense.
 
È stata una delle fondatrici del blog Feministing, per il quale ha scritto dal 2004 al 2011. Valenti è autrice di cinque libri: Full Frontal Feminism (2007), He a Stud, She's a Slut (2008), The Purity Myth (2009), Why Have Kids? (2012) e Sex Object: A Memoir (2016). Ha co-editato il libro Yes: Visions of Female Sexual Power and A World Without Rape (2008). Dal 2014 Valenti è editorialista di The Guardian .
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Rosa Parks

Rosa Louise Parks (nata Rosa Louise McCauley; Tuskegee4 febbraio 1913 – Detroit24 ottobre 2005) è stata un'attivista statunitense.

Fu figura-simbolo del movimento per i diritti civili, divenuta famosa per aver rifiutato nel 1955 di cedere il posto su un autobus a un bianco, dando così origine al boicottaggio dei bus a Montgomery.

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Ida B. Wells

Ida Bell Wells-Barnett, più comunemente nota come Ida B. Wells (Holly Springs16 luglio 1862 – Chicago25 marzo 1931), è stata un'attivistagiornalista e sociologa statunitenseAfroamericana, fu attiva nel contrastare il linciaggio della popolazione nera negli Stati Uniti meridionali. Rimase anche sempre impegnata nei movimenti per il suffragio femminile, i diritti delle donne e la parità dei sessi istituendo diverse importanti organizzazioni femministe; per questo è ritenuta una pioniera del femminismo negli Stati Uniti d'America.

Esponente del Georgismo divenne presto una dei primi leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani nonché una delle fondatrici della National Association for the Advancement of Colored People nel 1909.

Perse i genitori e un fratello nel corso di un'epidemia di febbre gialla nel 1878. Fu costretta ad andare a lavorare a salario ridotto per poter mantenere unito il resto del nucleo familiare, con l'aiuto della nonna. Si trasferì in seguito con alcuni dei suoi fratelli a Memphis dove trovò un impiego come insegnante.

A partire dagli anni 1890 cominciò a documentare il linciaggio negli Stati Uniti d'America, giungendo a dimostrare che veniva spesso utilizzato nel profondo Sud come metodo per controllare o punire i neri che cercavano di comportarsi alla stessa maniera dei bianchi americani, piuttosto che basarsi su effettivi atti criminali compiuti dagli afroamericani come invece solitamente veniva rivendicato.

Fu un'oratrice esperta e persuasiva, realizzando tour di conferenze a livello internazionale.

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Angela Davis
Angela Yvonne Davis (Birmingham26 gennaio 1944) è un'attivista del movimento afroamericano statunitense, militante del Partito Comunista degli Stati Uniti d'America fino al 1991.

Nasce in un quartiere dominato da un acuto conflitto razziale.

A 14 anni si iscrive alla Little Red School House, famosa scuola privata del Greenwich Village, il quartiere radicale e progressista di New York. Lì comincia i suoi studi sul socialismo e sul comunismo e comincia a militare nel gruppo giovanile comunista. Prosegue gli studi alla Brandeis University, in Massachusetts, poi in Francia e in Germania, allieva di Marcuse. In pari tempo crescono la sua coscienza politica e il suo attivismo, e ben presto l'evolvere degli eventi negli Stati Uniti d'America, con il dilagare del movimento per i diritti civili, la spinge a tornare.

Negli USA, Davis, ormai tra i leader del movimento e del Partito Comunista degli USA, balza agli onori della cronaca per la sua dura detenzione in carcere, in cui viene rinchiusa dopo una lunga latitanza, per il suo presunto collegamento con la rivolta del 7 agosto 1970, in cui Jonathan Jackson e altre Pantere Nere sequestrarono il giudice Harold Haley, finita in tragedia. Il 7 agosto 1970 infatti Jonathan Jackson, fratello minore del Field Marshal per le Prigioni del Black Panther Party, George Jackson, entra nell'aula del tribunale di San Rafael in California, dove si stava celebrando il processo contro tre detenuti neri, militanti del Partito delle Pantere. Jon, appena diciassettenne, estrae un fucile e prende in ostaggio il giudice, il procuratore distrettuale ed alcuni giurati, distribuendo le armi agli imputati e dicendo: «Bene, signori. Ora comando io». Sequestratori e ostaggi saliranno su furgone parcheggiato fuori dal tribunale, incappando in un posto di blocco poco dopo: i primi verranno tutti uccisi nella sparatoria con i poliziotti, mentre tentavano la fuga. Anche il giudice Haley rimarrà ucciso negli sviluppi del conflitto a fuoco, ucciso dal colpo di un fucile a canna liscia a canne mozze legato al suo petto. Qualche giorno dopo, alcune delle armi usate da Jackson nella rivolta risultarono intestate ad Angela Davis, inserita immediatamente nella lista dei dieci criminali più pericolosi ricercati dall'FBI. Per la legge californiana, chi fornisce l'arma è colpevole quanto chi esegue il reato, pertanto fu accusata di rapimento, cospirazione e omicidio. Davis risulterà innocente e verrà assolta con formula piena. Ma proprio dal carcere Davis scriverà alcune delle pagine più famose della contestazione statunitense, tanto da meritare tre canzoni in suo onore: Angela del Quartetto Cetra (la prima in assoluto, scritta nel 1971) Angela di John Lennon e Yōko Ono, e Sweet Black Angel dei Rolling Stones. In Francia, la sua liberazione fu sostenuta, fra gli altri, da Jean-Paul SartreGerty ArchimèdePierre Perret ed in Italia da Antonio Virgilio Savona, componente dello storico gruppo e marito di Lucia Mannucci.

Scagionata con formula piena dalle accuse che l'avevano tenuta in cella, ricomincia il suo percorso di militanza, concentrando i suoi sforzi sul problema delle carceri, delle origini sociali e razziali della detenzione di milioni di afroamericani negli istituti penitenziari statunitensi.

Angela Davis non fu solo una militante del Partito comunista. Partecipò al Black Panther Party e costruì la sezione dello SNCC di Los Angeles. I marxisti erano ben lontani dell'essere maggioritari nei movimenti contro l'oppressione razziale e si trovarono spesso in difficoltà all'interno di questi movimenti. Ma fu sulla base di questa esperienza che Angela Davis portò un contributo pratico e teorico rilevante.

La sua analisi apporta un contributo fondamentale alla costruzione di una teoria che allo stesso tempo spiega e dà gli strumenti per cambiare il mondo. Individuando nello sfruttamento la radice dell'oppressione, dipinge il ritratto di un'unica classe, la classe lavoratrice, che nello stesso tempo subisce – e può combattere – razzismo e sessismo.

Angela Davis ha insegnato nel dipartimento di History of Consciousness dell'Università della California a Santa Cruz, dove ha diretto anche il Women Institute.

Membro attivo del Partito Comunista statunitense sino al 1991, è stata tra i fondatori, a seguito del tentato colpo di stato sovietico atto a deporre Michail Gorbačëv e della caduta del muro di Berlino, del Committees of Correspondence for Democracy and Socialism, nato da una scissione di un'ala del Partito maggiormente propensa ad abbandore la teorie ed i precetti leninisti, pur continuando ad intrattenere rapporti con esso. Negli ultimi anni, si è tenacemente scagliata contro la degenerazione del movimento afrostatunitense verso il fondamentalismo islamico (il riferimento è alla Nazione Islamica di Louis Farrakhan, movimento islamista e maschilista, e al suo alleato New Black Panther Party, che hanno riempito il vuoto lasciato dalla scomparsa delle laiche e progressiste Black Panthers, le Pantere Nere). È vegana e, dopo aver fatto coming out nel 1997, apertamente lesbica.

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Malala Yousafzai
Malala Yousafzai (in pashtu: ملاله یوسفزۍ; Mingora12 luglio 1997) è un'attivista pakistana. È la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace,nota per il suo impegno per l'affermazione dei diritti civili e per il diritto all'istruzione - bandito da un editto dei talebani - delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat.

Malala Yousafzai è una giovane attivista pakistana che all'età di 11 anni è diventata celebre per il blog, da lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne e l'occupazione militare del distretto dello Swat. È stata nominata per l'International Children's Peace Prize.

Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pulmino scolastico su cui lei tornava a casa da scuola. Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all'attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani, ha rivendicato la responsabilità dell'attentato, sostenendo che la ragazza “è il simbolo degli infedeli e dell'oscenità”; il leader terrorista ha poi minacciato che, qualora sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. La ragazza è stata in seguito trasferita in un ospedale di Birmingham che si è offerto di curarla.[6]

Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno, parla al Palazzo di Vetro a New York, indossando lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto e lanciando un appello all'istruzione delle bambine e dei bambini di tutto il mondo.

Il 10 ottobre 2013 è stata insignita del Premio Sakharov per la libertà di pensiero.; l'annuncio è stato dato dal presidente del Parlamento europeoMartin Schulz, che l'ha motivato dicendo che è una ragazza eroica e ricca di spirito. Il premio le è stato consegnato in occasione della sessione plenaria di novembre, a Strasburgo, il 20 novembre 2013.

Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio Nobel per la pace assieme all'attivista indiano Kailash Satyarthi, diventando con i suoi diciassette anni la più giovane vincitrice di un premio Nobel. La motivazione del Comitato per il Nobel norvegese è stata: “per la loro lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all'istruzione”.

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Nadia Murad
Nadia Murad Basee Taha (in arabo: نادية موراد‎; Sinjar1993) è un'attivista per i diritti umani irachena yazida. Nell'agosto del 2014 venne rapita e tenuta in ostaggio da parte dello Stato Islamico. Dal settembre 2016, è prima Ambasciatrice Onu per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani, e nel 2018 ha ricevuto, assieme a Denis Mukwege, il Premio Nobel per la pace.

Nell'agosto del 2014 Nadia era una studentessa di ventuno anni quando uomini dell'Isis giunsero nel villaggio di Kocho, radunarono la comunità yazida e uccisero 600 persone, tra cui 6 fratelli di Nadia, e la resero schiava. Nadia diventò una delle 6,700 e più donne yazide fatte prigioniere dell'Isis in Iraq. Venne portata come schiava nella città di Mosul dove fu picchiata, ustionata con mozziconi di sigarette e stuprata dagli uomini dell'ISIS. Nel novembre dello stesso anno riuscì a fuggire quando un soldato dell'Isis si scordò di chiudere a chiave la porta dell'abitazione in cui era tenuta prigioniera. Nadia trovò rifugio presso una famiglia della zona che l'aiutò a raggiungere il campo profughi di Duhok, nel nord dell'Iraq, e da lì Stoccarda, in Germania.

Il 16 dicembre 2015 Nadia si presentò presso il Consiglio di Sicurezza Onu per discutere, per la prima volta nella storia dell'organizzazione, di tratta di esseri umani e conflitti. Come ambasciatrice Onu, Nadia partecipa attivamente ad iniziative per sensibilizzare sul tema della tratta di esseri umani e rifugiati. Nadia Murad ha raggiunto VAIE comunità di rifugiati e sopravvissuti ascoltando le testimonianze delle vittime della tratta e del genocidio.

Nel settembre 2016 l'avvocata Amal Clooney ha spiegato presso l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) le motivazioni per cui ha accettato di rappresentare Nadia Murad nell'azione legale contro i comandanti Isis. Clooney, in quell'occasione, ha descritto il genocidio, lo stupro e la tratta come "burocrazia del diavolo a scala industriale" e ha sottolineato come la tratta di esseri umani è praticata dai soldati Isis, sia tramite i social network sia nelle zone da loro controllate. Nadia Murad ha ricevuto numerose minacce per via del suo impegno alla causa.

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Marielle Franco

Marielle Franco (IPA[maɾiˈɛli ˈfɾɐ̃ku]), all'anagrafe Marielle Francisco da Silva (Rio de Janeiro27 luglio 1979 – Rio de Janeiro14 marzo 2018) è stata una politicasociologa e attivista brasiliana.

È stata consigliera comunale a Rio de Janeiro ed esponente del Partito Socialismo e Libertà brasiliano (PSOL). Ha presieduto il Comitato delle donne del Consiglio comunale ed è stata impegnata nella difesa dei diritti umani. È stata assassinata la sera del 14 marzo 2018.

 

Si è unita al gruppo che sosteneva Marcelo Freixo come candidato all'Assemblea legislativa dello Stato di Rio de Janeiro alle elezioni del 2006 entrando così in politica, e in seguito è stata nominata consigliere parlamentare del deputato quando Freixo è stato eletto. Successivamente ha assunto il coordinamento della Commissione per la difesa dei diritti umani e della cittadinanza. Nel 2016, quando si è presentata per la prima volta come candidata, è stata eletta consigliera nella Câmara Municipal di Rio de Janeiro con la Mudar Coalition, formata dal Partito Socialismo e Libertà (PSOL) e dal Partito Comunista Brasiliano (PCB) ottenendo oltre 46 mila voti. Nel Consiglio municipale ha presieduto la Commissione per la difesa delle donne ed è stata membro di una Commissione incaricata di monitorare l'azione della polizia federale a Rio de Janeiro, ricoprendo tale incarico sino al suo assassinio. Si è dimostrata critica nei confronti dell'intervento federale e ha ripetutamente denunciato gli abusi della polizia e le violazioni dei diritti umani. Pochi giorni prima della sua uccisione aveva accusato ancora una volta pubblicamente le azioni violente di reparti della polizia militare, in particolare nella favela di Acari, dove era rimasto ucciso Matheus Melo, l'assistente di un sacerdote.

 

"Quanti devono ancora morire prima che questa guerra finisca? " ha scritto Marielle commentando l'omicidio.

 

Nel 2017 ha preso parte ad un documentario per la televisione dal titolo Primavera das Mulheres, (Primavera delle donne) che affrontava il tema del nuovo femminismo attraverso interviste e conversazioni con attiviste, blogger, transgender e donne di colore. Nel film si racconta di come le donne siano tornate in strada contro la cultura dello stupro e per difendere i diritti civili.

In un'intervista rilasciata a Brasil de Fato in occasione della Giornata internazionale della donna nel 2017, poco tempo dopo essersi insediata come assessora nella città di Rio de Janeiro, ha parlato del suo impegno per far riconoscere alle donne il diritto all’aborto in casi di precisa gravità, della necessità di pensare al femminismo e di riflettere sul diverso trattamento tra uomini e donne sul posto di lavoro, del problema del razzismo e anche di quello delle donne transessuali. La sua attività l'aveva resa una possibile candidata alle elezioni presidenziali di fine 2018.

La sera del 14 marzo 2018 Marielle è caduta vittima di un agguato, descritto come una vera esecuzione, a soli 18 mesi dalla sua elezione al Consiglio comunale.

La consigliera il 14 marzo aveva partecipato a un dibattito promosso dal PSOL presso la Casa das Pretas (Casa delle donne nere) a Lapa per affrontare il problema della violenza contro le donne afroamericane nelle favelas. Alle 21:30, mentre si stava allontanando per tornare a casa, la sua automobile è stata affiancata da un'altra vettura con i sicari che avevano atteso in strada per ore che Marielle uscisse. Malgrado i finestrini oscurati gli assassini l'hanno riconosciuta e colpita più volte, uccidendola. Con lei è stato assassinato anche il suo autista, Anderson Pedro Gomes, mentre una collaboratrice seduta di fianco a lei è rimasta ferita.

I proiettili di calibro 9 usati dagli assassini provenivano da una partita destinata alla polizia brasiliana e in passato altre munizioni di quella stessa partita erano state usate in un massacro che ebbe come vittime 23 persone. In quel caso c'era qualche legame con la polizia.

Negli ultimi tempi l'attivista era impegnata in indagini sugli omicidi nelle favelas e per questo criticava la polizia, continuando a difendere con grande forza i diritti delle donne e dei giovani neri emarginati.

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Marta Dillon
Marta Dillon ( Buenos Aires , 29 luglio 1966) È una giornalista e sceneggiatrice argentina. Si occupa di femminismo e questioni di genere. Lavora per il quotidiano di Buenos Aires Página12 e dirige il supplemento Las12. Nel 2012 ha ricevuto il premio giornalistico Lola Mora promosso dalla città di Buenos Aires. Nel 2005 è stata dichiarata ambasciatrice per il diritto alla riproduzione dall’Instituto social y político de las mujeres. Ha scritto Aparecida (Sudamericana 2015), Corazones Cautivos. La vida en la cárcel de mujeres (Aguilar 2008). È autrice di programmi televisivi e documentari.
Nel 2016 ha avviato in Argentina il movimento Ni Una Menos per denunciare le violenze sulle donne e il femminicidio.
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Lydia Cacho
Lydia Cacho Ribeiro (Città del Messico12 aprile 1963) è una giornalistascrittrice e attivista messicana, per i diritti delle donne e dei bambini.

Nata da madre di origine portoghese e francese e da padre militare iniziò a lavorare per le pagine culturali del giornale Novedades de Cancún, passando poi in seguito ad interessarsi di problemi sociali (come la prostituzione). Nel 2003 Cacho scrisse degli articoli per il giornale Por Esto su abusi sessuali perpetrati nei confronti di minori nella città di Cancun.

 

Nel libro Los Demonios del Edén (I demoni dell'Eden, uscito nel 2005) Cacho accusa apertamente Jean Succar Kuri (noto proprietario di alberghi) di essere coinvolto in un giro di pornografia infantile e prostituzione, con tanto di dichiarazioni delle vittime e di prove filmate con videocamera nascosta. Il libro cita politici come Emilio Gamboa Patrón e Miguel Ángel Yunes. Dopo che Kamel Nacif Borge, un uomo d'affari di Puebla accusato da Cacho di proteggere Succar Kuri, l'ebbe citata per diffamazione, Cacho fu arrestata illegalmente da un gruppo di poliziotti, malmenata e trasportata nel distante carcere di Puebla, e liberata solo dopo pagamento di una cauzione.

Nel febbraio del 2005 furono rivelate alcune intercettazioni telefoniche che provano come Nacif Borge e Mario Plutarco Marín Torres (Governatore di Puebla) si fossero accordati per l'arresto ed i maltrattamenti di Cacho in modo da intimidirla.

Il 29 novembre 2007 la Corte Suprema del Messico sentenziò che l'arresto di Cacho era ingiustificato. A seguito di ciò il United Nations Human Rights Council consigliò a Cacho di lasciare il paese.

Cacho ha vinto il Premio Francisco Ojeda al Valor Periodístico.

Dal 2006 Cacho si è impegnata in prima persona nelle indagini e nella soluzione di casi irrisolti, ripetuti e numerosi, di omicidi e abusi su donne a Ciudad Juárez.

Nel 2007 Amnesty International le ha assegnato il "Ginetta Sagan Award for Women and Children's Rights" e nel 2008 ha ricevuto l'UNESCO/Guillermo Cano World Press Freedom Prize.

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Inna Shevchenko

Inna Shevchenko ( ucraina : Інна Шевченко ) è un'attivista femminista e la leader del movimento internazionale femminile FEMEN, che spesso si mostra in topless contro ciò che percepiscono come manifestazioni del patriarcato, in particolare la dittatura, la religione e l' industria del sesso. Shevchenko ha un profilo più alto rispetto agli altri membri del gruppo. Era leader dei tre attivisti FEMEN presumibilmente rapiti e minacciati dal KGB bielorusso nel 2011. Ha raggiunto l'attenzione in Ucraina tagliando con una motosega e poi abbattendo una croce cristiana alta 4 metri nel centro di Kiev nel 2012.

Nel 2013, Shevchenko ha ottenuto l' asilo in Francia , [1] e ora continua il suo attivismo guidando FEMEN France da una base di formazione che ha stabilito a Parigi.

Nel luglio 2013, Olivier Ciappa, che insieme a David Kawena ha disegnato un nuovo francobollo francese raffigurante Marianne, ha dichiarato su Twitter che Shevchenko era stata la principale fonte d'ispirazione per la rappresentazione.

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Lara Alcázar
Lara Alcázar Miranda o semplicmente Lara Alcázar ( El Entrego, Asturia, 1992) è una fotografa e attivista femminista spagnola, leader di Femen EspaNa dal maggio 2013.

 

La prima protesta di Femen sotto la direzione di Alcázar è stata nel giugno 2013, un mese dopo la formazione del gruppo. È stata una manifestazione a favore delle attiviste di Femen processate in Tunisia nello stesso momento in cui è iniziato il processo. I primi tre membri del gruppo hanno partecipato alla manifestazione, sebbene tra loro non ci sia stata la seconda fondatrice del movimento in Spagna.

Il 9 ottobre 2013, Alcázar Miranda e altre due attiviste internazionali ( Inna Shevchenko e Pauline Hillier) hanno messo in scena l'azione più popolare di Femen in Spagna, entrando nel Congresso dei deputati e protestando contro la riforma della legge sull'aborto del Ministro di giustizia Alberto Ruíz Gallardón al grido "l'aborto è sacro".

Altre azioni di risonanza mediatica di Alcazar sono il lancio di mutande insanguinate del flusso mestruale a monsignor Rouco Varela , il confronto con la manifestazione di Pro-life contro l'aborto o i graffiti sulla croce del cimitero di Paracuellos del Jarama contro la celebrazione del 20 novembre 2010.

Alcazar Miranda ha organizzato proteste in altri paesi europei, come Svezia o Francia.

Nel luglio 2015, Lara Alcazar stava atterrando a Rabat per protestare in Marocco per i diritti LGBTI. Tuttavia, questo viaggio avrebbe dovuto essere intercettato dai servizi di polizia marocchini per prevenire la protesta. È rimasta detenuta per più di sei ore dopo essere stata interrogata e indagata da agenti di polizia segreti che non avevano nemmeno mostrato le loro credenziali. Alcázar afferma di non essere andata alla polizia o all'ambasciata per garantire che l'azione potesse essere svolta anche da altri partner stranieri, che alla fine l'hanno raggiunta lo stesso fine settimana.

Al ritorno in Spagna, il governo marocchino ha dichiarato che Lara Alcazar sarebbe entrata nel paese con due passaporti diversi. Dalla Spagna, Alcazar sottolinea che in Marocco "il blocco della libertà di espressione e manifestazione non è qualcosa di eccezionale". Inoltre, sostiene che questo tipo di situazioni si è normalizzato - nessun pedone è venuto in suo aiuto quando è stata "rapita" - e sottolinea che "ciò che viene vissuto in Marocco è una dittatura. Non rispettano i diritti fondamentali".

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Aleksandra Kollontaj
Aleksandra Michajlovna Kollontaj, in russo: Александра Михайловна Коллонтай?, nata Domontovič (San Pietroburgo31 marzo 1872 – Mosca9 marzo 1952), è stata una rivoluzionaria russa di orientamento marxista e femminista, la prima donna nella storia ad aver ricoperto l'incarico di ministra e ad aver figurato, come funzionaria di carriera e come ambasciatrice, nella diplomazia dei grandi paesi europei. Insieme a Maria Spiridonova, fu una delle figure femminili davvero di spicco della rivoluzione russa.
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Tarana Burke
Tarana Burke (12 settembre 1973) è un'attivista per diritti civili del Bronx, New York, che ha fondato il movimento Me Too . Nel 2006, Burke ha iniziato a usare la frase "Me Too" per aumentare la consapevolezza della pervasività dell'abuso e dell'assalto sessuale nella società, e la frase si è sviluppata in un movimento più ampio, in seguito all'uso del #MeToo del 2017 come hashtag dopo gli scandali di abusi essuali di Harvey Weinstein
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