Salva la Casa Internazionale delle donne: uso gratuito per 12 anni
Un finanziamento approvato dall’allora ministro Roberto Gualtieri (governo Conte bis) nella legge di bilancio salva la Casa Internazionale delle donne, archivia i dissidi con il Comune e spalanca le porte a progetti futuri di solidarietà. Grazie a quel finanziamento — 900 mila euro — il Campidoglio approva il provvedimento che assegna la casa del Buon Pastore, lungo il perimetro trasteverino, in comodato d’uso gratuito per oltre un decennio (12 anni per la precisione) rendendo possibile una ripresa delle attività. «Vittoria!» esclama entusiasta la presidente della Casa Maura Cossutta già al lavoro per la manifestazione del 25 settembre in piazza del Popolo alla quale parteciperanno le donne afghane escluse dal nuovo governo dei talebani e gravemente minacciate sotto il profilo delle conquiste sociali.
Le ultime mobilitazioni pro Buon Pastore risalgono al febbraio del 2020, poco prima dell’esplosione della pandemia. Coinvolgendo anche l’attrice Nicoletta Braschi, le donne della Casa Internazionale avevano manifestato sotto le finestre della sindaca contro la decisione di sfrattarle per morosità. Poi, il lavoro costante, paziente e sotterraneo per riuscire a salvare un presidio storico nel cuore della città. Ora le preoccupazioni finanziarie sono alle spalle, come spiega anche l’assessore al Patrimonio e alle politiche abitative capitoline, Valentina Vivarelli: «Quasi tutto il debito pregresso, grazie al finanziamento, è stato saldato. La parte restante verrà corrisposta a partire da settembre 2022 con rateizzazione». Ma cosa si farà nei quattromila metri quadri della Casa? Le attiviste del Buon Pastore resteranno fedeli alle loro iniziative di solidarietà e accoglienza nei confronti delle donne. Saranno portati avanti progetti contro la violenza di genere e di sostegno al mondo femminile imprenditoriale. Si organizzeranno iniziative in collaborazione con le scuole. Si inaugureranno singoli progetti di carattere internazionale come il sostegno alla comunità femminile afghana.
Dalla Casa ringraziano e parlano di vittoria collettiva: «Si tratta del risultato frutto della forte, costante e unita mobilitazione che le associazioni femministe e le donne tutte hanno condotto contro una visione distorta che voleva cancellare la Casa Internazionale e la sua storia, il suo valore politico e sociale, il suo contributo alla liberazione e alle conquiste delle donne che l’hanno attraversata. Un grazie collettivo va dunque a tutte quelle persone che si sono unite ad una battaglia tutt’altro che difensiva: abbiamo rivendicato un ruolo sociale che, forte del suo passato, vive e agisce nel presente». Il femminismo, aggiungono le animatrici dell’istituzione, «non può essere messo al bando».
Esulta via Twitter la capogruppo Pd della Regione Lazio, Marta Leonori: «Il lavoro fatto, le battaglie in piazza, le proposte hanno prodotto il risultato». Mentre per Eleonora Mattia, presidente della IX commissione delle Pari opportunità regionali è essenzialmente una vittoria dovuta a Gualtieri: «Dopo l’esperienza Lucha Y Siesta questa grande vittoria collettiva dimostra come la sinergia tra territorio, istituzioni, politica dal basso, è vincente».
Fonte: Corriere della Sera Roma
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