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Mussolini e le donne: Mirella Serri e le radici del maschilismo italiano

Mussolini e le donne: Mirella Serri e le radici del maschilismo italiano

A cento anni dalla Marcia su Roma Mirella Serri, con ‘Mussolini ha fatto tanto per le donne!’ (Longanesi), racconta la nascita del ‘maschilismo di Stato’ che ancora oggi condiziona il nostro Paese.
Da sempre i provvedimenti di Benito Mussolini contro le donne sono stati sottovalutati in quanto considerati un retaggio della società patriarcale. Nel suo libro sulle radici fasciste del maschilismo italiano, Mirella Serri racconta invece come la sistematica oppressione femminile si rivelò strumento efficacissimo per rafforzare l’ideologia fascista e per mostrare i muscoli e ostentare la propria volontà di potenza.
Nel suo nuovo saggio Mirella Serri ricostruisce i legami di Mussolini con le più importanti femministe del suo tempo, analizza il pugno di ferro utilizzato contro le militanti in difesa dei diritti femminili, dimostrando come Mussolini inaugurò un vero e proprio ‘maschilismo di Stato’ fatto non solo di leggi, ma anche di mentalità e di abitudini che hanno continuato ad influenzare la nostra società fino ad oggi.
Nel libro Mirella Serri focalizza la sua analisi su tre decisione che hanno caratterizzato, sin dal suo insediamento al potere, la politica maschilista di Mussolini: la riforma della scuola, con la quale cacciò le donne dall’insegnamento, rendendo loro più difficoltosi gli studi; le politiche occupazionali finalizzate a togliere posti di lavoro alle donne in modo tale da renderli liberi per gli uomini; e le pene severissime decretate dal regime fascista contro l’aborto.
“Da sempre i provvedimenti di Mussolini contro le donne sono stati sottovalutati in quanto considerati un retaggio della società patriarcale – sottolinea Mirella Serri -. Ed è stato sottovalutato anche il movimento femminista (si chiamava così pure a quei tempi) che il Duce schiacciò appena arrivato al potere, dal dicembre del 1922. Inaugurò un vero e proprio maschilismo di Stato fatto non solo di leggi ma anche di mentalità e di abitudini contro le donne che hanno continuato a influenzare la seconda metà del Novecento”.
Il libro racconta la storia e la nascita del Maschilismo di Stato, intrecciandola con la vita priva e gli amori del Duce per il quale “il personale era politico”.
“Gli stereotipi di genere elaborati da Mussolini e imposti come stili di vita nel Ventennio – aggiunge Mirella Serri – si affermarono come modelli difficili a morire, destinati a segnare la storia del Novecento e a influenzare persino gli anni Duemila”.
Il libro
Mussolini amava le donne. E per questo aveva creato per loro un prototipo ideale a cui dovevano strettamente adeguarsi: l’angelo del focolare, la moglie devota che sostiene il marito e consacra la sua vita alla riproduzione. Qualora una donna, però, proprio non fosse riuscita a sposarsi avrebbe dovuto lavorare per servire il suo Paese, magari come stenografa, dattilografa, venditrice di macchine da cucire, grata di ricevere la metà dello stipendio di un collega uomo. Certo, poteva anche essere una prostituta, al servizio di ogni necessità fisica dell’uomo fascista.
Ripercorrendone la biografia, la Serri si sofferma sui rapporti di Mussolini con le sue amanti, mettendoli a confronto con il femminismo di quegli anni e dimostrando che in realtà non amava per nulla le donne. Amava alcuni dei possibili ruoli femminili, forse. Ma per il resto le temeva. Le aveva viste in piazza, unite nei movimenti per il suffragio, indipendenti e libere grazie ai lavori che avevano ottenuto e agli incarichi che avevano ricoperto durante la Grande guerra mentre gli uomini erano al fronte. E si era sentito umiliato da loro.
Aveva sviluppato un’ostilità antifemminile che declinò in leggi e divieti. Le prime norme che emanò appena arrivato al potere furono contro le donne e i progressi da loro compiuti in campo sociale. Inasprì il Codice di Famiglia, per esempio, e modificò anche il Codice Penale, garantendo lunga e prospera vita al famigerato «delitto d’onore». Inaugurò così il maschilismo di Stato. Come denuncia in questo libro Mirella Serri, ancora oggi che sono passati cent’anni dalla marcia su Roma, il maschilismo di Stato del fascismo e il suo tessuto culturale continuano tristemente a condizionarci.

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