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Elettroshock, frustate e abusi sessuali all'attivista saudita che si batte per i diritti delle donne

Elettroshock, frustate e abusi sessuali all'attivista saudita che si batte per i diritti delle donne

RIYADH (AsiaNews/Agenzie) - Il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti delle donne (Cedaw) lancia l’allarme per il peggioramento progressivo delle condizioni di salute dell’attivista saudita Loujain al-Hathloul, in sciopero della fame per protesta contro le condizioni carcerarie. La 31enne, in prima fila nella lotta per i diritti delle donne e per il diritto alla guida nel regno wahhabita, ha iniziato a rifiutare il cibo il mese scorso, denunciando le restrizioni e gli abusi cui è oggetto nella cella nella quale è rinchiusa. Rilanciando il suo caso, il Comitato Onu si rivolge in modo diretto a re Salman invocandone il rilascio immediato.
Elettroshock, frustate e abusi sessuali. Loujain al-Hathloul si è battuta in prima persona nelle Campagne per l'abolizione delle medievali restrizioni delle libertà delle donne in Arabia Saudita ed è stata arrestata dalle autorità saudite per aver violato le norme inerenti alla sicurezza nazionale, nel contesto di una più ampia operazione per reprimere i movimenti attivisti, soprattutto quelli femminili. Secondo quanto raccontano i parenti di Loujain, lei è stata costretta in regime di isolamento per tre mesi, ed è stata oggetto di elettroshock, frustate e abusi sessuali. I suoi carcerieri le avrebbero addirittura offerto la possibilità di uscire dal carcere se avesse dichiarato di non aver subito torture. 
Il governo saudita respinge le accuse. Le autorità negano ogni accusa. Intanto, fra i capi d'imputazione emersi c'è quello di aver chiesto la fine della tutela maschile, di aver contattato organizzazioni internazionali e diplomatici Onu e stranieri. E comunque, pur restando in carcere, finora i giudici non hanno emesso una sentenza di condanna. Il 26 ottobre Loujain al-Hathloul ha iniziato lo sciopero della fame per le restrizioni subite, fra cui il divieto di poter comunicare in modo regolare con la famiglia. “Non può sopravvivere in prigione - dice la sorella Lina alla Bbc - senza sapere cosa ne sarà del suo domani. “Non sa - aggiunge - quando potrà ricevere la prossima visita… se domani o fra un anno. Mia sorella è risoluta e dice: preferisco morire, se non ho idea di quanto posso rivedere i miei genitori regolarmente”. 
Il richiamo severo delle Nazioni Unite. Il Comitato Onu sull’eliminazione delle discriminazioni contro le donne è composto da 23 esperti indipendenti da tutto il mondo e lancia un severo richiamo sulle condizioni di salute fisiche e mentali di Hathloul. In una nota si legge un invito perentorio alle autorità saudite di “proteggere i suoi diritti alla vita, alla salute, alla libertà e la sicurezza delle persone, in ogni frangente e circostanza, rispettando le sue libertà di coscienza ed espressione, incluso lo sciopero della fame”. Infine, il comitato si è appellato direttamente al monarca Salman perché utilizzi i suoi poteri e le prerogative reali per garantire il rilascio di Loujain al-Hathloul, in vista della Giornata internazionale dei difensori dei diritti umani delle donne.

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